Calcolosi renale
Se fai parte del 10% della popolazione generale che ha sofferto almeno una volta di una colica renale, non trascurare i controlli per evitare che ricapiti….
La calcolosi urinaria rappresenta una delle patologie piu’ frequenti in ambito urologico. Gli uomini risultano piu’ colpiti rispetto alle donne e l’incidenza tende ad aumentare dopo i 40 anni. Fondamentale, risulta essere un corretto inquadramento diagnostico, per poter indicare al paziente il trattamento piu’ idoneo al suo caso, in base al numero, la sede, le dimensioni e la composizione della sua calcolosi.
Esistono delle condizioni sistemiche (iperuricemia, cistinuria, iperparatiroidismo…) o locali (infezioni, ostruzione cervico-uretrale….) che possono essere chiamate in causa nella formazione dei calcoli e che dovrebbero essere sempre indagate per evitare recidive.
La posizione della formazione litiasica puo’ dar luogo a sintomatologia differente: i calcoli renali possono causare febbre, dolore, sangue nelle urine o essere anche asintomatici, riscontrati solo per caso in corso di esami eseguiti per altri motivi, i calcoli ureterali causano dolore al fianco omolaterale, la cosi detta colica renale, i calcoli vescicali daranno disuria (disturbi durante la minzione).
I calcoli possono avere diversa composizione, l’analisi chimico fisica dello stesso puo’ aiutare.
L’ecografia dell’apparato urinario e’ decisamente l’esame diagnostico piu’ diffuso e meno invasivo per fare diagnosi di calcolosi dell’apparato urinario. La formazione litiasica appare iperecogena (bianca), fornita di cono d’ombra posteriore.
Ecograficamente, anche in caso di mancata visualizzazione del calcolo, e’ possibile evidenziare i segni della sua presenza, come la dilatazione dell’alta via escretrice, causa del dolore in corso di colica renale. La radiografia addomino-pelvica e’ un esame poco invasivo e poco costoso ma non sempre dirimente.
Altro esame diagnostico fondamentale ma piu’costoso e’ la UROTC: tomografica computerizzata senza e poi con mezzo di contrasto che permette di visualizzare tutta la via escretrice, individuando in maniera precisa il numero, la sede e le dimensioni della calcolosi (anche in caso di calcoli radiotrasparenti, come quelli di acido urico).
Il trattamento dipende fondamentalmente dalle dimensioni e dalla sede del calcolo. Se il calcolo ha dimensioni inferiori a 7 mm ha circa l’80% di possibilita’ di essere eliminato senza trattamento, pertanto la sua emissione puo’essere semplicemente favorita da una terapia espulsiva. Se il calcolo dovesse invece essere di dimensioni maggiori, associato a febbre, insufficienza renale, e dolore resistente a terapia, a quel punto sara’ necessario eseguire un trattamento endoscopico di litotrissia percutanea, con accesso intrarenale o attraverso le vie naturali, ureterolitrissia.
L’incontinenza urinaria
Incontinenza Urinaria: è l’incapacità di controllare e trattenere perdite di urina, puo’determinare problemi igienici, di salute, economici e sociali. Combattere l’incontinenza urinaria oggi si può!
Le donne sono maggiormente colpite rispetto agli uomini, perché l’anatomia degli organi femminili predispone a problemi di meccanismi di tenuta. Questi meccanismi vengono messi a dura prova durante la gravidanza e il parto.
Il problema e’spesso, anche nelle donne piu’giovani, correlato a qualche patologia sottostante che puo’essere trattata con le cure appropriate. Circa il 70% dei casi puo’migliorare o addirittura guarire.
Nel maschio l’incontinenza urinaria e’ meno frequente, di solito legata ad interventi chirurgici sulla prostata per patologia tumorale.
L’incontinenza urinaria viene classificata in:
- incontinenza da urgenza: e’ legata a perdite urinarie che si verificano in conseguenza di uno stimolo impellente. In questo caso le pedite sono causate da una iperattivita’ del muscolo detrusore della vescica, che puo’ essere idiopatico o secondario (infezioni urinarie, calcolosi, neoplasie vescicali….)
- Incontinenza da sforzo: circa il 10% dei casi di incontinenza urinaia si manifesta in concomitanza di uno sforzo fisico improvviso (colpi di tosse, starnuto, risata….). Solitamente le perdite sono imputabili ad un indebolimento dei muscoli del pavimento pelvico.
- Incontinenza urinaria mista: rappresenta la maggior parte dei casi e si tratta di una combinazione dei due. Se sono presenti entrambe le tipologie, di solito una risulta preponderante.
LA DIAGNOSI: viene eseguita mediante una attenta visita uroginecologica, con valutazione del pavimento pelvico. A supporto dell’anamnesi e dell’esame obiettivo possono essere richiesti esami piu’ specifici quali l’esame urodinamico.
IL TRATTAMENTO: a seconda del caso potra’essere proposto al pziente un trattamento farmacologico, conservativo, mediante l’utilizzo di ciclo di riabilitazione del piano perineale o neuromodulazione del nervo tibiale posteriore o chirurgico.
Prostata
È la ghiandola maschile per eccellenza ma a cosa serve, come prevenire e curarne le patologie?
La prostata è una ghiandola delle dimensioni e forma di una castagna, si sviluppa intorno al canale uretrale, il condotto attraverso cui l’urina dalla vescica viene emessa all’esterno. La funzione della ghiandola è quella di produrre parte del liquido seminale.
La prostata, soprattutto in pazienti giovani, puo’essere coinvolta in processi infiammatori acuti o cronici: le prostatiti. In caso di prostatite batterica sara’possibile, tramite indagini specifiche, quali il tampone uretrale dopo massaggio prostatico, individuare la causa patogena e trattare la patologia con l’antibiotico idoneo.
La ghiandola, con il passare degli anni, può subire modificazioni nelle sue dimensioni che potrebbero influenzare il funzionamento dell’apparato urinario, determinando una ostruzione cervico-uretrale, che impedisce il corretto svuotamento della vescica e causando svariati differenti sintomi urinari come l’aumentato numero di minzioni diurne e notturne, l’urgenza minzionale, l’esitazione, lo sgocciolamento terminale, la sensazione di non completo svuotameno vescicale.
Questo aspetto, prettamente funzionale, viene indagato dall’uroflussimetria e da esami diagnostici di secondo livello, quali l’esame urodinamico invasivo e non invasivo.
La prostata può inoltre essere affetta da neoplasia, patologia nella gran parte dei casi assulutamente asintomatica la cui diagnosi viene posta sulla base della visita e del valore di marker ematici quali il PSA.
Tumore della vescica
Se hai avuto anche una sola volta un episodio di sangue nelle urine non trascurare quello che potrebbe essere l’unico sintomo di una patologia da non sottovalutare. Tutto l’apparato urinario dalla pelvi renale, ureteri e vescica è rivestito dalla stessa tipologia di struttura cellulare, il così detto “epitelio di transizione” .
INCIDENZA: Il tumore della vescica è la piu’ comune neoplasia dell’apparato urinario. Nel mondo l’incidenza e’ maggiore nei maschi rispetto alle femmine, con una piu’ elevata probabilità di ammalarsi e morire nella popolazione anziana. La mortalita’ e’ in proporzione piu’ elevata per le femmine, nelle quali i sintomi vengon spesso trattai come cistiti inducendo una diagnosi tardiva. Il tasso d’incidenza, standardizzato per età (x100.000), varia nei Paesi sviluppati (5,6) e in quelli in via di sviluppo (3,1). In Europa, l’Italia e la Spagna hanno il triste primato della più alta incidenza delle regioni Occidentali (23,6 M e 5,4 F) seguite dal Sud (27,1 M 4,1 F), e Nord Europa (16,9 M 4,9F),, l’incidenza più bassa si registra negli Stati dell’Europa dell’Est (14,7 M 2,2 F). La Mortalità in Europa si è sostanzialmente ridotta nell’ultima decade del 16% per maschi e del 12% per le femmine.
FATTORI DI RISCHIO: il primo fattore di rischio riconosciuto sono state le amine aromatiche, sostanze utilizzate nelle industrie tessili, di pittura, parrucchieri, lavorazione del ferro e alluminio. Altro fattore di rischio accertato ed estremamente diffuso e’ il fumo di sigaretta.
STADIAZIONE: Le neoplasie vescicali si distinguono in base all’aggressivita’ delle cellule neoplastiche ed in base alla infiltrazione della parete vescicale in muscolo non invasive e muscolo invasive.
Il 75-85% dei pazienti che si presentano con neoplasia vescicale alla prima diagnosi, presenta una malattia non muscolo-invasiva confinata alla mucosa (Ta, o CIS) o alla sottomucosa ( T1)
DIAGNOSI: spesso la macroematuria (presenza di sangue nelle urine) è l’unico sintomo associato alla presenza di una neoplasia delle vie escretrici.
L’esame diagnostico di primo livello, non invasivo, ma anche più operatore dipendente e’ l’ecografia dell’ apparato urinario che puo’mostrare la presenza della neoplasia o di segni secondari alla sua presenza, come dilatazioni dellálta via escretrice.
L’esame citologico delle urine su tre campioni, rappresenta altro esame non invasivo che permette di evidenziare la presenza di cellule neoplastiche. La sua accuratezza diagnostica pero’risulta strettamente dipendente dalla capacità dell’operatore e dal metodo di raccolta del prelievo. Questo esame e’ comunque in grado di individuare solo cellule scarsamente differenziate e pertanto più aggressive (es:CIS).
I Markers Urinari: negli ultimi anni in letteratura sono apparsi numerosi lavori sul loro utilizzo. Di fatto nessuno è ancora entrato nella routine della diagnosi del tumore dell’epitelio di transizione. Di fatto quelli che ad oggi risultano più promettenti sono l’NMP22, UroVysion e l’Immnocyt.
La Cistoscopia flessibile è un esame poco fastidioso che mediante l’utilizzo di uno strumento flessibile, permette di entrare in vescica e visualizzarne le pareti nella loro interezza.
In casi selezionati, per una piu’ accurata e corretta visualizzazione di tutta la via escretrice, la UROTC con mezzo di contrasto rappresenta ad oggi l’esame diagnostico di scelta.
TRATTAMENTO: Il riscontro di una neoformazione della vescica, richiede sempre un trattamento endoscopico che permetta di fare una corretta e accurata diagnosi istopatologica e stadiante a livello locale.
L’elettroresezione endoscopica della neoplasia (TURB trans-urethral bladder resection), infatti, ci permette di “dare un nome” alla patologia in causa e pertanto classificarla, indicandone la prognosi e l’idoneo follow up.
L’accuratezza delle resezione puo’ essere migliorata mediante l’utilizzo di particolari supporti tecnologici come la luce NBI.